730 sanzioni e regole per i professionisti dal DL. 4/2019
Recensione di Roberto Castegnaro Pubblicata il 29/03/2019
Autore: Vedi Articolo Fonte: Agenzia Entrate del 29/03/2019
Il visto infedele sul 730 è sanzionato con una somma corrispondente al 30 per cento della maggiore imposta riscontrata.
Il Dl 4/2019 è legge: il Senato ha dato l'ok definitivo al provvedimento che contiene le norme in materia di reddito di cittadinanza e “quota 100”.
Per quanto riguarda le disposizioni di natura fiscale, nel corso dell’iter parlamentare di conversione sono state confermate quelle già previste dalla versione originaria del decreto relative a:
- detraibilità e deducibilità dell’onere sostenuto per il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione (articolo 20);
- esenzioni in relazione ai finanziamenti agevolati connessi alla corresponsione dei trattamenti di fine servizio (articolo 23);
- detassazione delle indennità di fine servizio (articolo 24);
- disciplina dei giochi (articolo 27).
Per un’analisi di queste disposizioni, si rinvia all’articolo messo online lo scorso 30 gennaio, in occasione della pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale.
Nel testo del Dl post-conversione, le novità di carattere tributario riguardano essenzialmente l’assistenza fiscale prestata dai Caf e dai professionisti.
Sanzioni in materia di infedele asseverazione o visto di conformità
La novità per Caf e professionisti che prestano assistenza fiscale è contenuta nell’articolo 7-bis del decreto, che, modifica il regime sanzionatorio in materia di infedele rilascio del visto di conformità o dell’asseverazione. A tal fine, viene riscritta la lettera a) dell’articolo 39, comma 1, Dlgs 241/1997. Queste, in sintesi, le novità:
- fermo restando che in caso di visto di infedeltà del visto di conformità o dell’asseverazione si applica la sanzione amministrativa da 258 a 2.582 euro, se il visto infedele è rilasciato rispetto a un modello 730, questa sanzione non opera e l’intermediario (Caf o professionista) è tenuto al pagamento di una somma pari al 30% della maggiore imposta riscontrata, sempre che il visto infedele non sia stato indotto dalla condotta dolosa o gravemente colposa del contribuente (in base alla precedente disciplina, in questa ipotesi si stabiliva che, salvo il caso di presentazione di una dichiarazione rettificativa, Caf e professionista erano tenuti al pagamento di una somma pari all’importo dell’imposta, della sanzione e degli interessi che sarebbero stati richiesti al contribuente in sede di controllo formale delle dichiarazione, fatto salvo il caso in cui il visto infedele non fosse stato indotto dalla condotta dolosa o gravemente colposa del contribuente)
- sempre che l’infedeltà del visto non sia già stata contestata, il Centro di assistenza fiscale o il professionista può trasmettere una dichiarazione rettificativa del contribuente, ovvero, se il contribuente non intende presentare la nuova dichiarazione, può trasmettere all’Agenzia delle entrate una comunicazione dei dati relativi alla rettifica. In tal caso, la somma dovuta (cioè il 30% della maggiore imposta) può essere ridotta attraverso il ricorso al ravvedimento (articolo 13, Dlgs 472/1997)
- le sanzioni previste dalla disposizione in esame non sono oggetto della maggiorazione prevista dall’articolo 7, comma 3, Dlgs 472/1997, vale a dire l’aumento fino alla metà nei confronti di chi, nei tre anni precedenti, sia incorso in altra violazione della stessa indole o in dipendenza di adesione all’accertamento di mediazione e di conciliazione.
Inoltre, per esigenze di coordinamento con la nuova formulazione della lettera a), vengono abrogate le lettere a-bis) e a-ter) dello stesso articolo 39, comma 1.
L’articolo 7-bis del decreto, inoltre, modifica il comma 3, articolo 5, Dlgs 175/2014, relativo alla presentazione del 730 precompilato, anche con modifiche, effettuata mediante Caf o professionista. Viene confermato che, in tal caso, il controllo formale è effettuato nei confronti del Caf o del professionista, anche con riferimento ai dati relativi agli oneri, forniti da soggetti terzi, indicati nella precompilata. La nuova versione della disposizione, tuttavia, prevede che in questa ipotesi resta fermo a carico del contribuente il pagamento delle maggiori imposte e degli interessi.
Rimane invariata, infine, la parte del comma in cui si stabilisce che il controllo della sussistenza delle condizioni soggettive che danno diritto alle detrazioni, alle deduzioni e alle agevolazioni è effettuato nei confronti del contribuente.
Assistenza fiscale dei Caf: requisiti per l’autorizzazione
L’articolo 6 (commi 8-bis e 8-ter) del decreto interviene sulla disciplina dell’assistenza fiscale prestata dai Caf, dettata dal decreto n. 164/1999. In particolare, le modifiche riguardano l’articolo 7, che regola l’autorizzazione allo svolgimento dell’attività. In tale disposizione, viene abrogato il comma 2-ter e, di conseguenza, viene soppressa la disposizione secondo cui l’Agenzia delle entrate verifica annualmente che la media delle dichiarazioni validamente trasmesse da ciascun Caf nel triennio precedente sia almeno pari all’1% della media delle dichiarazioni complessivamente trasmesse dai soggetti che svolgono attività di assistenza fiscale nello stesso triennio. Si ricorda che la stessa disposizione prevedeva che, per i centri di assistenza fiscale riconducibili alla medesima associazione od organizzazione o a strutture da esse delegate, il requisito doveva essere considerato complessivamente.
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