Banche, l’oro nei bilanci diventa moneta

Sul mercato dell’oro c'è un clima da guerra fredda: per la prima volta in 50 anni, le banche centrali hanno comprato l’anno scorso oltre 640 tonnellate di lingotti d’oro, quasi il doppio rispetto al 2017

Il 29 marzo segnerà l’avvento per il mercato dell’oro.

La Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, la «Banca delle banche centrali» ha fissato per il 29 marzo la resurrezione del Gold Standard nel mondo bancario.

Tra le complesse riforme degli standard per il credito e la finanza dal piano «Basilea 3», si nasconde una regola contabile in grado di trasformare l'oro in moneta nei bilanci dei grandi gruppi bancari.

Dal 29 marzo, per decisione della BRI, l’oro in portafoglio alle banche commerciali e d’affari diventa equivalente al denaro contante e quindi «risk free».

Ecco spiegata la corsa all'acquisto di ora da parte delle banche centrali, acquisto di oro fisico ma immettendo sul mercato una grande offerta di "oro sintetico" per mantenerne bassa la quotazione.

L'operazione della BRI, secondo quanto ricostruito dal Sole24Ore, porta la firma della FED, della BCE, della Bundesbank, della Banca d'Inghilterra e della Banca di Francia.

Con le nuove regole di Basilea 3, viene assegnato all'oro lo stesso status oggi riconosciuto ai Bond sovrani nei bilanci delle banche ci si chiede se la promozione dell'oro è forse la premessa per applicare un coefficiente di ponderazione del rischio ai Titoli di Stato posseduti dalle banche.

Con un altro articolo viene commentato l'acquisto di Cina e India tra il 2008 e il 2018 di oltre 26mila tonnellate di lingotti d'oro, l'autore conclude che una simile mole di acquisti può essere stata fatto solo al mercato "nero" in quando non poteva esistere una simile offerta.