CAMPIONE D'ITALIA DEDUZIONE FORFETTARIA SUI REDDITI
Recensione di Roberto Castegnaro Pubblicata il 12/02/2025
Autore: Testo di Legge Circ. Risoluzione Fonte: Agenzia Entrate del 12/02/2025
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La misura viene determinata, ogni anno entro il 15 febbraio, con un provvedimento del direttore dell’Agenzia conforme ad un parere della Banca d’Italia.
Il provvedimento del 10 febbraio 2025, con il parere della Banca d’Italia, fissa al 31,98% la riduzione forfetaria del cambio da applicare ai redditi in franchi svizzeri relativi al 2024.
Questa percentuale si applica ai redditi diversi da quelli di impresa delle persone fisiche iscritte nei registri anagrafici del Comune di Campione d’Italia, ai redditi di lavoro autonomo di professionisti con studi nel comune e ai redditi d’impresa realizzati da imprese individuali e società iscritte alla Camera di commercio di Como, sempre se i redditi sono prodotti in franchi svizzeri. In particolare, la riduzione forfetaria è calcolata in base allo scostamento percentuale medio annuale tra il franco svizzero e l’euro.
Nello specifico, le medie annuali dei cambi del franco svizzero in euro, comunicati dalla Banca d’Italia, sono pari per il 2023 a 0,9718 e per il 2024 a 0,9526.
La media annuale del cambio del franco svizzero in euro per il 2024 ha registrato una riduzione dello 0,0192 rispetto alla media annuale del 2023, che corrisponde a uno scostamento percentuale medio annuale registrato tra le valute pari a -1,98 per cento. La riduzione del numero medio annuale di franchi svizzeri necessari per acquistare un euro, concretizzando un aumento del reddito in euro derivante dalla rivalutazione del franco svizzero, comporta una maggiorazione percentuale della riduzione forfetaria.
La legge n. 147/2013 (comma 632) ha previsto che la riduzione forfetaria applicata a tali redditi, possa essere maggiorata o ridotta (in misura pari allo scostamento percentuale medio annuale registrato tra le due valute, franco svizzero ed euro) da un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate da emanare entro il 15 febbraio di ogni anno, previo parere della Banca d’Italia. La diminuzione non può, comunque, essere inferiore al 30%, percentuale definita dall’articolo 188-bis commi 1 e 2 del Tuir.
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