Pmi, patent box al test-convenienza
[Interessante]
Recensione di Roberto Castegnaro Pubblicata il 05/12/2015
Autore: Ceppellini Primo Fonte: Il Sole 24 Ore del 04/12/2015 pag. 49
Classificazione:
L’analisi di fattibilità per l’opzione parte dai beni e dal contributo economico fino ai costi per la ricerca Le piccole imprese possono rinviare l’indicazione dei criteri per quantificare il reddito
Le agevolazioni per i beni immateriali (patent box) rappresentano un’opportunità per molte imprese. La concreta applicazione della normativa – anche dopo la circolare 36/E del 1° dicembre – non è però semplice
Si può semplificare il discorso limitando l’analisi di fattibilità a tre macro aspetti: i beni, il loro contributo economico al reddito, i costi per le attività di ricerca e sviluppo. Il reddito agevolabile è dato dal contributo economico netto (ricavi meno costi) attribuibile al bene, moltiplicato per il rapporto tra costi qualificati e costi qualificati aumentati delle spese infragruppo e di acquisizione del bene del quadriennio (il nexus ratio). Il beneficio si sostanzia in una variazione in diminuzione (così si esprime la circolare 36/E) che per il 2015 è pari al 30% del reddito
Si può semplificare il discorso limitando l’analisi di fattibilità a tre macro aspetti: i beni, il loro contributo economico al reddito, i costi per le attività di ricerca e sviluppo. Il reddito agevolabile è dato dal contributo economico netto (ricavi meno costi) attribuibile al bene, moltiplicato per il rapporto tra costi qualificati e costi qualificati aumentati delle spese infragruppo e di acquisizione del bene del quadriennio (il nexus ratio). Il beneficio si sostanzia in una variazione in diminuzione (così si esprime la circolare 36/E) che per il 2015 è pari al 30% del reddito
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