Introdotta dalla legge di bilancio 2019 commi da 35 a 50 è stata modificata dalla legge di Bilancio 2020 (articolo 1, comma 678).
la web tax detta anche DST - Digital Services Tax è destinata a colpire la pubblicità di Google e Facebook e gli altri servizi digitali in settori come quello della ristorazione, del pernottamento, nonché quelli del trasporto.
In ogni caso interessa solo le imprese di maggiori dimensioni.
La norma, in vigore dal 1° gennaio 2020, prende le mosse dalla proposta della direttiva Com (2018) 148 final, presentata nell'ambito di un pacchetto di misure per la tassazione equa dell’economia digitale predisposto dalla Commissione Ue in attesa di soluzioni definitive di carattere internazionale.
Il nuovo tributo è pari al del 3% dei ricavi derivanti da determinati servizi digitali, realizzati da esercenti attività d’impresa, anche non residenti, che nel corso dell'anno solare precedente realizzano ovunque nel mondo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, ricavi globali pari ad almeno 750 milioni di euro, a condizione che abbiano conseguito almeno 5,5 milioni di euro di ricavi derivanti da determinati servizi digitali realizzati in Italia.
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La web tax entrerà in vigore dal 2019, ma non interessa solo i grandi di internet, si profilano infatti nuovi adempimenti burocratici per qualsiasi impresa che acquista on line
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La proposta di F. Boccia (Pd): per i servizi online obbligo di rivolgersi a soggetti con partita Iva italiana
Autore: Mobili Marco Fonte: Il Sole 24 Ore nr. 301 del 02/11/2013 pag. 8Recensione di Roberto Castegnaro