Crediti per ricerca e sviluppo come li vede l'Agenzia

[Interessante]

  Recensione di Roberto Castegnaro     Pubblicata il 14/06/2023

Autore: Vedi Articolo Fonte: Agenzia Entrate del 14/06/2023


Classificazione:

img_report

La Direzione regionale Veneto ha organizzato in collaborazione con il Comando Regionale della Guardia di Finanza un incontro sul tema


Al centro dei lavori di questo secondo seminario i profili applicativi della normativa riguardante i crediti per ricerca e sviluppo, introdotti dal Dl n. 145/2013, e le specificità dell’attività di controllo in tale ambito.

Una delle novità normative più importanti è quella introdotta dal Dl n. 146/2021 che istituisce la procedura di riversamento, cioè la possibilità di riversare il credito di ricerca e sviluppo indebitamente utilizzato senza sanzioni e interessi.

La procedura è preclusa nei casi di condotte fraudolente, di utilizzo di documentazione falsa, di fatturazione per operazioni inesistenti o quando non sia dimostrata l’effettività delle spese ammissibili al credito d’imposta.

Altra novità rilevante è l’istituzione di un albo di certificatori (Dl n. 73/2022) a cui le imprese potranno rivolgersi per richiedere l’attestazione che gli investimenti effettuati rientrino nel credito agevolabile. Questa attestazione avrà effetti vincolanti per l’Amministrazione finanziaria. Un Dpcm fisserà i requisiti per individuare i soggetti che potranno far parte dell’albo.

Alessia Marinelli, capo Ufficio Analisi del Rischio, ha inquadrato il fenomeno dal punto di vista statistico, in particolare per ciò che concerne l’ammontare complessivo del credito nel caso del Veneto.

La maggior parte degli 1,4 miliardi di euro di crediti per ricerca e sviluppo compensati in regione nel periodo dal 2016 al 2023 fanno riferimento alle province di Vicenza (29%), Padova (22%) e Treviso (20%): segno non solo della vitalità economica ma anche della specificità dei settori industriali che caratterizzano questi territori e del loro avanzamento tecnologico.

Mattia Andrich, capo Area Imprese di Medie Dimensioni della Direzione Provinciale di Padova, ha poi illustrato le novità normative e di prassi che sono intervenute dal 2020 con l’obiettivo al contempo di fornire maggiore certezza al contribuente nell’utilizzo del credito e maggiore supporto all’Amministrazione Finanziaria nella attività di controllo correlata. Ad esempio, la circolare dell’Agenzia n. 31/2020 si esprime sull’obbligatorietà del parere tecnico del ministero dello Sviluppo Economico, sia per l’Amministrazione in sede di controllo, agevolando così le procedure di recupero del credito, sia per il contribuente in sede di interpello.

Procedure e strumenti di indagine

Uno degli escamotage tipici è quello di aggirare il cosiddetto approccio incrementale, sottostimando i costi di ricerca e sviluppo sostenuti negli anni di imposta precedenti all’applicabilità del credito per attribuirli ai periodi successivi, come ha evidenziato Maria Grazia Lamorte, funzionaria dell’Ufficio Controlli di Padova, nell’analisi di un’attività di indagine svolta nei confronti di una società operante nel settore della tecnologia diagnostica. Da ciò può ricavarsi il principio che, anche nei casi in cui i progetti siano genuinamente ascrivibili ad un’attività di ricerca e sviluppo, può verificarsi un incremento fittizio dei costi agevolabili inserendovi cifre non pertinenti per tipologia di attività o per anno di imposta.

La risposta ad interpello n. 188/21 che esclude dall’ambito dell’agevolazione tutte le innovazioni riguardanti il gusto, l’aspetto estetico del prodotto e il packaging.

Un altro degli escamotage spesso utilizzato è quello di stipulare dei contratti di ricerca con Università, in ambiti non necessariamente innovativi e con spese in realtà non rilevanti, nel tentativo di far figurare altre tipologie di costi come agevolabili.

Domenico Di Palma della DP Vicenza ha poi illustrato alcuni strumenti e modalità di indagine applicabili con molta efficacia ai controlli in questo ambito, quali, ad esempio, gli archivi digitali di siti internet non più online, che possono essere utilizzati per verificare se le tecnologie o i prodotti che le società dichiarano essere frutto di attività recente non fossero in realtà già esistenti e pubblicizzati sui loro siti aziendali in anni precedenti.

Un'altra modalità molto utile consiste nell’interpellare i clienti delle società, attraverso l’invio di questionari, per verificare che le tecnologie per cui si chiede l’agevolazione non siano state in realtà prodotte a seguito di una commissione. La normativa infatti prevede che i progetti realizzati su commessa non rientrino nei benefici del credito, anche se innovativi, poiché manca il fattore dell’incertezza dell’investimento per chi ha intrapreso l’attività di ricerca.

Il Tenente Diletta Marmo, Comandante del Nucleo Operativo del Gruppo di Verona, ha illustrato l’utilizzo di indicatori di rischio nell’attività di indagine, attraverso i quali operare una selezione dei soggetti su cui esercitare l’attività di controllo. Gli indicatori sono costruiti a partire da una serie di elementi ricavati dai bilanci delle società e dalle dichiarazioni fiscali, come ad esempio il rapporto tra gli oneri per ricerca e sviluppo e il volume d’affari o il costo totale del personale.

 

 

 

Se questa informativa è stata utile, la invitiamo a iscriversi al ns. sito, riceverà così un aggiornamento gratuito e quotidiano sulle novità fiscali, societarie e del lavoro – Iscrizione gratuita

Indietro