Il Fisco «non crede» alla prestazione di servizi gratuiti

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  Recensione di Roberto Castegnaro     Pubblicata il 29/05/2016

Autore: Vedi Articolo Fonte: Il Sole 24 Ore del 25/05/2016


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Sempre più rischioso per i professionisti, e in particolare per i commercialisti, fornire servizi gratuiti a parenti, amici e clienti.

Sulla base dei dati presenti in Anagrafe tributaria e relativi all’elenco delle dichiarazioni trasmesse dall’intermediario abilitato, l’Ufficio effettua un riscontro tra i clienti indicati nelle fatture emesse e le dichiarazioni trasmesse. Qualora poi da tale raffronto emergano dichiarazioni non fatturate, gli accertatori procedono con la ricostruzione dei ricavi/compensi non fatturati e non dichiarati, assumendo, generalmente, come parametro i compensi professionali dei dottori commercialisti ed esperti contabili stabiliti nella tabella C allegata al Dm 140/2012 per la compilazione e la trasmissione delle diverse tipologie di dichiarazioni.
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