Tax rate da record sui dividendi ricevuti da società semplici e trust
Recensione di Roberto Castegnaro Pubblicata il 01/07/2019
Autore: Piazza Marco Fonte: Il Sole 24 Ore del 01/07/2019
Differenze (troppo) marcate in base al controllante della Spa o Srl che fa i profitti Più lieve la tassazione sulle somme percepite tramite soggetti in Paesi black list
I redditi di una società di capitali residente in Italia se detenuti da una società semplice – giungono alla persona fisica che sia socia di quest’ultima decurtati da un prelievo fiscale che può arrivare al 60,3%, tra Ires, Irap, Irpef (stimata al 43%) e relative addizionali. Lo stesso accade al beneficiario di un trust non commerciale trasparente.
Va meglio se la società semplice o il trust controllano una società localizzata in un Paese a fiscalità privilegiata. Infatti, grazie al regime delle società estere controllate di cui all’articolo 167 del Tuir o al credito d’imposta indiretto spettante nel caso in cui sia dimostrata l’esimente della commercialità (articolo 47, comma 4) il carico fiscale complessivo non può superare di norma la somma dell’Irpef progressiva e delle addizionali: in genere 45%, meno ancora di quello che grava sul dividendo distribuito direttamente alla persona fisica da una società italiana (46,6%).
La situazione migliore è quella delle fondazioni e dei trust opachi commerciali per i quali è dovuta solo l’Ires (a volte, per le fondazioni, dimezzata) sul 5% del dividendo, senza ulteriore tassazione, perché le erogazioni eventualmente fatte da queste entità non hanno natura di dividendo. Il carico fiscale non supera, quindi, il 28,8% per le fondazioni commerciali e per i trust commerciali opachi e il 29,5% per quelli trasparenti.
L'articolo prosegue con una analisi delle varie differenze.
Indietro