DEMANSIONAMENTO: DUE DIVERSI ORIENTAMENTI PER ACCERTAMENTO E QUANTIFICAZIONE DEL DANNO
[Interessante]
Recensione di Giuseppe Filippi Pubblicata il 01/08/2004
Autore: Vedi Annotazioni Fonte: Guida al Lavoro nr. 31 del 30/07/2004 pag. 44
Classificazione:
Due recenti sentenze della Corte di Cassazione mostrano orientamenti difformi sul tema dell'illegittimo demansionamento e trasferimento del lavoratore.
Con riguardo all'applicazione delle disposizioni dell'art. 2103 del codice civile concernenti i presupposti per la variazione delle mansioni del lavoratore e il suo trasferimento ad altra sede di lavoro, la Corte di Cassazione non mostra un orientamento univoco.
Con la sentenza n. 10361 del 2004 la Suprema Corte afferma che il lavoratore deve provare la sussistenza del danno da demansionamento e il nesso di causalità con l'inadempimento del datore di lavoro, mentre con la sentenza n. 10157 del 2004 si pronuncia per la sussistenza "in re ipsa" dello stesso danno, senza onere della prova a carico del lavoratore.
Con la sentenza n. 10361 del 2004 la Suprema Corte afferma che il lavoratore deve provare la sussistenza del danno da demansionamento e il nesso di causalità con l'inadempimento del datore di lavoro, mentre con la sentenza n. 10157 del 2004 si pronuncia per la sussistenza "in re ipsa" dello stesso danno, senza onere della prova a carico del lavoratore.
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